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Il sonno nei bambini


Assieme all’alimentazione, il sonno rappresenta una delle preoccupazioni più frequenti nei genitori, non soltanto di bambini piccoli. I neonati, infatti, tendono a svegliarsi più volte durante la notte, possono impiegare molto tempo per addormentarsi, o anche destarsi al mattino molto presto. Se nelle prime settimane di vita i genitori possono accogliere tale andamento con serenità, in quanto ritenuto frequente e accettabile, diversamente possono viverlo con ansia e difficoltà se si protrae nel tempo o si manifesta in bambini più grandi.

FISIOLOGIA DEL SONNO NEGLI ADULTI E NEI BAMBINI


La prima cosa importante da sottolineare, quando si parla del sonno dei bambini, è la significativa differenza che lo caratterizza rispetto a quello degli adulti. A partire dai 4 anni circa, infatti, il sonno è costituito dal susseguirsi di cicli della durata di circa 2 ore ciascuno. Ogni ciclo si compone di 5 stadi: 4 di sonno NON REM (che portano progressivamente dall’addormentamento al sonno profondo) e 1 di sonno REM (o “sonno paradosso” caratterizzato da muscolatura rilassata, presenza di rapidi movimento oculari, onde cerebrali veloci e irregolari, presenza di sogni).

Nella prima parte del sonno, lo stadio REM ha una durata più breve, mentre diviene più lungo nei cicli successivi; diversamente dal “sonno profondo” che ha una durata maggiore nelle prime ore dopo l’addormentamento.


Nei neonati e nei bambini fino a 4 anni circa, il sonno è invece caratterizzato da cicli di 1 ora circa ciascuno, caratterizzati da 1 stadio REM e uno NON REM. Alla nascita il REM precede il NREM ed entrambi gli stadi hanno uguale durata; con la crescita l’estensione del REM diminuisce progressivamente, fino a costituire il 25% del ciclo del sonno intorno ai 12 mesi, e il 20% a 2 anni.

A differenza degli adulti, nei più piccoli il sonno può essere molto movimentato, in ragione di un sistema nervoso ancora immaturo e incapace di controllare gli impulsi motori: questo è vero soprattutto per quei bambini che hanno un temperamento più vivace.



NEONATO/ BAMBINO SOPRA I 4 ANNI

BAMBINO SOPRA I 4 ANNI E ADULTO

Durata del ciclo di sonno: 50-60 minuti

Durata del ciclo di sonno: 90-120 minuti

REM (1 stadio)-NREM (1 stadio)

NREM (4 stadi) - REM (1stadio)

REM 50% - NREM 50% (nel neonato)

REM 20% - NREM 80%


PERCHE’ I BAMBINI SI SVEGLIANO DURANTE LA NOTTE?

Le difficoltà che i genitori lamentano maggiormente riguarda la presenza di tempi di addormentamento molto prolungati e i risvegli notturni frequenti. Questi ultimi, in particolare, possono risultare significativamente faticosi per i genitori, costretti ad interrompere più volte il loro sonno e impossibilitati a riposarsi efficacemente.

La maggior parte delle volte, le cause di questi risvegli risiedono proprio negli aspetti fisiologici del sonno. Nel passaggio da un ciclo all’altro, infatti, si verificano dei micro risvegli che solitamente non notiamo, tanto da avere la percezione di dormire molte ore ininterrottamente. I bambini più piccoli, al contrario, possono avere più difficoltà ad agganciare le fasi del sonno, e richiedere più volte l’intervento dell’adulto durante la notte per potersi riaddormentare. Questo può avvenire per diverse ragioni e, soprattutto nei primi mesi di vita, si tratta per lo più di cause endogene: fame, pannolino sporco, bisogno di rassicurazione e protezione.

Procedendo con la crescita, normalmente, i ritmi dei bambini si regolarizzano e il sonno diviene progressivamente più prolungato e tranquillo.

Non è raro, tuttavia, notare periodi in cui i piccoli modificano una routine che ormai sembrava assodata, e che tornino per brevi momenti a svegliarsi più volte durante la notte o faticare ad addormentarsi. Solitamente questo avviene durante gli scatti di crescita (quando, ad esempio, i bambini possono svegliarsi perché hanno bisogno di mangiare di più), in corrispondenza di determinate tappe di sviluppo (che possono suscitare nel bambino maggior bisogno di rassicurazione e protezione), in concomitanza con disturbi fisici transitori (ad esempio raffreddore, eruzione dei dentini…) o stress e cambiamenti familiari (ad esempio ingresso al nido). In questi casi quelle che possiamo osservare sono delle regressioni temporali, situazioni naturali e transitorie che solitamente non si protraggono oltre il mese, e si risolvono tendenzialmente in modo spontaneo.

QUANDO E’ NECESSARIO RIVOLGERSI AGLI SPECIALISTI?

Quelle descritte finora sono situazioni assolutamente normali e fisiologiche che non devono destare ansie o preoccupazione: come sottolineato, infatti, il quadro solitamente si normalizza spontaneamente, e i ritmi si riassestano da soli nel corso di qualche settimana. In queste situazioni la consulenza di uno specialista può essere comunque un valido aiuto per comprendere correttamente il comportamento del piccolo, e identificare risorse e strategie funzionali ad una gestione efficace del momento.

Ci sono, tuttavia, casi che necessitano di essere approfonditi e indagati con maggior cura, che possono richiedere un intervento specialistico per essere risolti positivamente. Questo è sicuramente vero quando siamo di fronte a situazioni che potrebbero essere connesse a condizioni di tipo medico (ad esempio in presenza di reflusso, apnee, enuresi…) nelle quali si raccomanda un consulto presso il pediatra di fiducia, così come in tutte quelle situazioni in cui la difficoltà a mantenere un “buon sonno” si protrae nel tempo senza estinguersi da solo o si verifica con una frequenza tale da creare particolare fatica e disagio all’interno del nucleo familiare: in questi casi il consulto con lo psicologo infantile può rivelarsi provvidenziale.

Nonostante molti autori, negli ultimi anni, abbiano proposto suggerimenti o addirittura protocolli di intervento volti a modificare le abitudini notturne dei piccoli (come dimostrano le numerose pubblicazioni a riguardo, che descrivono metodi a volte anche contraddittori tra loro), l’approccio più efficace è sicuramente di tipo personalizzato. Ciascun bambino, infatti, è diverso dall’altro, così come ogni famiglia ha le proprie peculiarità e caratteristiche: uno stesso comportamento in due situazioni può esprimere bisogni diversi e produrre risposte nel contesto differenti; allo stesso modo, un tipo di intervento può essere efficace con un bambino, ma fallire con un altro se non addirittura peggiorarne lo status quo. E’ sempre importante, pertanto, rivolgersi ad uno specialista che non proponga soluzioni miracolose e uguali per tutti, ma che si dimostri interessato ad approfondire la situazione specifica del singolo bambino e della sua famiglia, a comprendere le cause che stanno dietro alla difficoltà del sonno manifestate (fisiologiche, relazionali, comportamentali, ambientali), e ad aiutare i genitori a risolvere la situazione efficacemente.


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