Alzi la mano chi, osservando smarrito il proprio figlio adolescente, non si è ritrovato a domandarsi almeno una volta:
"Ma chi è questo sconosciuto che si aggira per casa come un fantasma, mugugnando in modo incomprensibile? Che ne è stato del mio adorato bambino? Cosa devo fare con questa strana entità che sembra avere un linguaggio, comportamenti e regole proprie, quasi fosse un alieno giunto da un altro pianeta?"
La confusione è comprensibile: il bambino che conoscevamo sta crescendo, e facciamo fatica a ritrovarlo nella nuova creatura che abbiamo improvvisamente di fronte. Eppure è proprio lui, impegnato ad affrontare i complessi e profondi cambiamenti che l'adolescenza gli pone davanti.
Vediamo insieme quali sono.
"Non riconosco più mio figlio: saranno gli ormoni!"
Più che gli ormoni, è il cervello. Questo complesso organo, infatti, alla nascita non è del tutto formato, ma cresce ed evolve nel corso degli anni attraverso le esperienze che facciamo. Lo sviluppo delle diverse aree non avviene, tuttavia, in maniera simultanea, e quello che accade in adolescenza è che alcune regioni sono maggiormente sviluppate a svantaggio di altre. Più nel dettaglio possiamo osservare una maggior maturità delle aree sottocorticali (adibite a funzionamento motorio, regolazione delle emozioni ed esercizio delle abilità sociali) rispetto a quelle corticali (addette a funzioni quali quella inibitoria, problem solving e processi decisionali). La funzionalità sinaptica subisce una riorganizzazione, grazie ai processi di mielinizzazione neurale e pruning che, rispettivamente, rinforzano le connessioni sinaptiche e agiscono una selezione a svantaggio di quelle meno frequenti.
Un ruolo particolarmente rilevante è giocato, inoltre, dal circuito mesocorticolimbico, il sistema di ricompensa cerebrale che viene attivato dagli stimoli piacevoli rilasciando dopamina: negli adolescenti, infatti, il livello basale di quest'ultima è inferiore a quella presente nelle altre età, mentre il suo rilascio di fronte a stimoli piacevoli è superiore.
Queste caratteristiche della struttura cerebrale influenzano pensieri, emozioni e comportamenti degli adolescenti e sono particolarmente osservabili nella frequente ricerca di stimoli nuovi al fine di ottenere gratificazione ed eccitazione, in un maggior coinvolgimento sociale e iperinvestimento nei legami affettivi amicali e/o amorosi, nell'estrema intensità emotiva e difficoltà nella regolazione di emozioni e impulsi, nella creatività e originalità proprie di questa età.
Gli aspetti fisiologici di cui sopra vanno ad intrecciarsi con i compiti evolutivi che gli adolescenti sono chiamati ad affrontare, processi e acquisizioni specifici di ciascuno stadio di sviluppo che, una volta raggiunti, permettono di procedere nel proprio percorso di crescita. Ecco che durante questo periodo i ragazzi sono sempre più orientati al progressivo raggiungimento dell'autonomia e dell'identità personale, che si realizza attraverso un sempre maggiore distacco dalla famiglia, tanto sul piano fisico (tendenza a trascorrere maggior tempo fuori casa), quanto su quello emotivo e mentale (esperienze emotive nuove, maturazione di pensieri e opinioni personali, spesso diverse se non addirittura in contrasto con quelle dei propri genitori). In questi anni la creazione di nuovi legami affettivi diviene fondamentale: se durante l'infanzia, infatti, la famiglia rappresentava la base sicura in cui sentirsi protetti e accolti, adesso sono i pari ad assolvere a questa funzione. Gli adolescenti compiono un vero e proprio movimento verso l'esterno: dal nido familiare all'ambiente circostante; da credenze e valori conosciuti, all'esplorazione di modi differenti di pensare e vedere il mondo; da concetti tradizionali ad altri nuovi e originali. Tale movimento non è tuttavia unidirezionale, ma prevede dei continui ritorni verso il punto di partenza, in un processo complesso e faticoso che consente di confrontare ed integrare vecchie e nuove informazioni, permettendo poco a poco la maturazione di un senso di sè unitario e coeso.
"Ai miei tempi..."
I "miei tempi" non esistono più: esiste l'epoca attuale, e paragonare gli adolescenti di oggi a quelli appartenenti alle generazioni precedenti vizia non poco la lente di osservazione. Negli ultimi decenni, infatti, abbiamo assistito a profondi e radicali trasformazioni in termini tecnologici, culturali, antropologici e sociali, la cui complessità è tale da non permetterne un'accurata trattazione in questa sede.
Tuttavia, non possiamo parlare di adolescenza senza comprendere che cosa significhi essere adolescenti - con tutte le dinamiche che abbiamo visto sopra - nel contesto occidentale attuale: un contesto estremamente fluido, caratterizzato da precarietà e incertezza, che sempre meno sostiene la vitalità e l'apertura al futuro dei più giovani, orientandoli al contrario verso una posizione di chiusura, preoccupazione e paura. Il mondo non è più solamente quello fisico, fatto di strade da percorrere, persone da abbracciare, odori da assaporare: si intreccia e si sovrappone a quello virtuale, estremamente variegato, potenzialmente infinito, contraddittorio. E' anche in questo luogo-non luogo che i ragazzi oggi si relazionano e confrontano, sperimentano emozioni, si costruiscono opinioni, apprendono norme, regole, valori etici e morali. Il mondo adulto, che dovrebbe sostenerli, accoglierli e guidarli, di frequente appare esso stesso sofferente: spesso confuso e disorientato, fatica ad assolvere ad una funzione normativa, a uscire da una posizione individualista ed egocentrica e a restituire una prospettiva orientata al divenire.
Non si tratta, tuttavia, di attribuire colpe o responsabilità, quanto di sforzarsi di osservare i fenomeni attraverso una prospettiva più ampia e complessa.
" L'adolescenza è un periodo infelice: dobbiamo attendere che passi"
L'adolescenza non è "un periodo infelice", ma una fase cruciale nello sviluppo individuale e necessita di attenzione e cura. I ragazzi si trovano in un momento di passaggio, vivono profonde trasformazioni, si vedono proiettati in un mondo sempre più grande, e si scoprono dotati di risorse e possibilità che non hanno eguali in altre età; si trovano altresì a dover imparare a conoscere e gestire emozioni intense e destabilizzanti (tra cui paura, ansia e smarrimento), possono sperimentare perdita di controllo e frustrazione. La cosa migliore che, come adulti, possiamo fare per loro non è lasciarli soli ad affrontare queste nuove esperienze attendendo che "l'adolescenza passi", ma sostenerli e supportarli dall'esterno mentre percorrono la propria strada.
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